CON LAURA MONNI – Neurobiologa – nutrizionista
A oggi, gli studi scientifici non fanno che dimostrare come e quanto l’alimentazione sia fondamentale nel mantenimento dello stato di salute di tutti, come prima fonte di prevenzione, di sostegno alle terapie, e di miglioramento della sintomatologia in moltissime patologie.
Lavorare sulla salute della donna significa lavorare anche sulla sua alimentazione, troppo spesso lasciata al caso o inseguendo miti diffusi senza alcuna validità scientifica. Tutto ebbe inizio quando scoprirono che le donne asiatiche non soffrivano di disturbi legati alla menopausa rispetto alle donne occidentali.
Cominciò così una campagna di studi per la risoluzione di questo straordinario enigma: venne fuori che, il merito di questa condizione così fortunata, era da attribuirsi all’assunzione di soia, una leguminosa particolarmente ricca di fitoestrogeni, ovvero estrogeni vegetali: da quel momento si cominciarono a produrre tutta una serie di integratori alimentari a base di questo miracoloso principio attivo, a dosaggi elevatissimi, a uso e consumo della popolazione femminile in climaterio (condizione di transizione dall’età fertile a quella non più fertile, di durata estremamente variabile) e in menopausa conclamata.
Dapprincipio le donne occidentali, assumendo questi fitoestrogeni, parevano godere di un certo numero di benefici (riduzione delle vampate di calore, miglioramento della qualità del sonno, tono dell’umore maggiormente stabile…), ma ad un certo momento questi effetti cessavano di prodursi, e non vi era modo di ripristinarli.
Alla delusione generale per la perdita di efficacia di questo promettente elisir si aggiunse la preoccupazione portata da una serie di studi che parevano dimostrare la pericolosità dei fitoestrogeni in quanto possibili cancerogeni. Questo istituì una sorta di “caccia alle streghe”, la soia divenne nemico giurato della salute femminile, sia in qualità di alimento che come fonte di integrazione, e la scoperta cadde nel dimenticatoio delle informazioni generali. Tutto queste mentre le donne orientali seguitavano a consumare soia regolarmente, e a beneficiare delle sue proprietà. Ma allora, cos’è che non abbiamo capito?
Gli studi scientifici hanno poi dimostrato che la soia regala questi effetti alle donne orientali per la semplice ragione che esse se ne cibano fin dall’età prepubere. Questo consente loro di avvantaggiarsene poi in età adulta. La ragione per cui ho voluto fare questa premessa non è già per convertire la nostra alimentazione con quella orientale (ricordo che la dieta mediterranea vera resta patrimonio per l’umanità): l’obbiettivo è invece quello di insegnare alle donne (e agli uomini) che siamo tenute a mangiare bene lungo tutto l’arco della vita, occorre educare le figlie ad alimentare il loro corpo non solo con alimenti che le nutrano, ma che ne preservino la salute, e le accompagnino durante la vita per migliorarne la qualità.
I dolori mestruali, i mal di testa ciclici, il flusso abbondante, la durata del travaglio, la possibilità di avere un parto naturale meno traumatico, una più serena transizione all’età menopausale sono tutti avvenimenti fisiologici in cui l’alimentazione può avere gioco forza notevole: abbiamo la possibilità concreta non dico di risolvere, ma sicuramente di migliorare ciascuno di questi quadri.
Come per tutte le cose, l’alimentazione da sola non è sufficiente, è necessario affiancare dei percorsi di consapevolezza e modifica graduale ma profonda del nostro stile di vita, compreso ciò che pensiamo e crediamo.
FLORA BATTERICA INTESTINALE:
Apro ancora una piccola parentesi su un argomento nuovo e vastissimo, di cui la comunità scientifica solo nell’ultima decade ha cominciato a effettuare studi a profusione. Questi studi riguardano la flora batterica intestinale, conosciuta anche come microbiota. Questi studi non fanno che confermare quanto a tutt’oggi conosciamo sui benefici che il nostro corpo può fruire attraverso l’alimentazione. Questa flora non esiste per “aiutarci”: senza di essa noi non potremmo vivere. Il nostro sistema corpo è in completa compenetrazione con questa enorme massa di batteri, geneticamente diversa, ma con cui collaboriamo (conviviamo) da numerosi millenni. Se la flora prospera e sta bene, noi stiamo bene.
Se la flora è in disbiosi(ovvero non è equilibrio, è come se fosse ammalata) noi stiamo male, e con male intendo che possiamo manifestare un malessere generale, oppure possiamo sviluppare delle patologie, anche molto gravi. E questa flora si nutre con quello che noi mangiamo. E’ quindi essenziale alimentarsi in modo corretto e adeguato per preservare lo stato di salute e di benessere del microbiota, e quindi nostro.
Una visita presso i miei studi oltre all’acquisizione dei dati numerici (peso, altezza, circonferenze ecc…), prevede un colloquio approfondito con la persona, per comprenderne le esigenze, le difficoltà e la storia personale che si sono “riversate” sull’alimentazione: oltre all’assegnazione di un’alimentazione adeguata allo stato fisio-patologico della paziente, questo permette di suggerire come impostare l’alimentazione stessa, attraverso consigli pratici per la sua gestione.