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Autore: isabella bodino

21/12: IL SOLSTIZIO D’INVERNO

La notte più lunga dell’anno.

La nascita del sole bambino.

La Dea Cervo.

Sotto l’abito di Babbo Natale Dee Antiche e Sciamane

Il solstizio d’inverno nell’emisfero settentrionale è il giorno della minore luce diurna e della notte più lunga. Molto prima di Natale i nostri antenati nordeuropei celebravano il Solstizio d’Inverno, il momento che annuncia il ritorno del sole e con esso la promessa di una nuova vita in primavera.

Molto prima che Babbo Natale guidasse i suoi destrieri volanti attraverso i nostri cieli mitici, era la cerva femmina che trainava la slitta della Dea del sole al solstizio d’inverno, poi da Cerva è diventata invece la Renna, ma era comunque una femmina.

Perché a differenza del maschio che perde le corna in inverno, è la femmina che conserva le corna. Ed è lei che guida le mandrie in inverno.

Quindi in questa stagione, quando raccontiamo ai bambini le favole della buonanotte di Babbo Natale e delle sue renne volanti, perché non raccontare anche la storia dell’antica madre dei cervi?
Era lei che he attraversava la notte più lunga e buia dell’inverno con la luce che porta la vita, la luce del sole nelle sue corna.

(CERVA E RENNA hanno lo stesso significato simbolico, infatti anche se differenti appartengono alla stessa famiglia: i mammiferi artiodattili. I racconti che leggerai di seguito, utilizzano entrambi gli animali)

Sin dal primo Neolitico, quando la terra era molto più fredda e le renne più diffuse, la renna femmina era venerata dalle popolazioni del nord come quelle Siberiane, così come la Cerva in altre popolazioni.
Era la “madre vivificante”, il capo delle mandrie da cui queste popolazioni dipendevano per la sopravvivenza, poiché seguivano le migrazioni delle renne per latte, cibo, vestiti e riparo.

E dalle isole britanniche, dalla Scandinavia, dalla Russia, dalla Siberia, attraverso il ponte terrestre dello Stretto di Bering, la Dea Cervo e la madre Cerva, era una figura spirituale venerata associata alla fertilità, alla maternità, alla rigenerazione e alla rinascita del sole (il tema del solstizio d’inverno).

Le sue corna adornavano santuari e altari, venivano sepolte in tombe cerimoniali e indossate come copricapi sciamanici. La sua immagine era incisa su pietre erette, tessuta in tele e vestiti cerimoniali, fusa in gioielli, dipinta su tamburi e tatuata sulla pelle.

La renna e le cerve venivano spesso mostrate mentre saltavano o volavano in aria con il collo teso e le gambe distese avanti e indietro. Le sue corna erano spesso raffigurate come l’albero della vita, che trasporta uccelli, il sole, la luna e le stelle.

E, in tutto il mondo settentrionale, è stata la Madre Renna/Cervo a spiccare il volo dall’oscurità del vecchio anno per portare luce e vita al nuovo.
Molte dee dell’inverno come: Beaivi, Saule, Rozhanitza, nelle leggende del nord erano associate al solstizio.
In molte di queste leggende le dee hanno preso il volo guidate da uno stuolo di animali volanti.
Una racconta del ritorno di Saule, la dea lituana e lettone del sole. Ha volato attraverso i cieli su una slitta trainata da renne cornute e ha lanciato ciottoli di ambra (simbolo del sole) nei camini (Ecco i regali di Babbo Natale)

L’immagine della Dea madre Rohanitsa è spesso mostrata con le corna e dà alla luce cervi e bambini.
Per la festa in suo onore a fine dicembre (molto probabilmente il solstizio) venivano offerti come regali o gettoni di buona fortuna biscotti glassati bianchi a forma di cervo, e venivano esposti ricami rossi e bianchi raffiguranti la sua immagine.

Si pensa che i colori Rosso e Bianco, che vengono associati a Babbo Natale, discendano dalle leggende siberiane, in cui la renna prendeva il volo ogni inverno dopo aver ingerito il fungo allucinogeno Amanita Muscaria, il fungo rosso con macchie bianche.

Molte esplorazioni storiche delle origini pagane del Natale osservano il legame tra l’abito di Babbo Natale e quello delle sciamane (donne di medicina del nord), che originariamente indossavano costumi rossi e bianchi rifiniti con pelliccia, copricapi con le corna o feltro rosso! L’abbigliamento cerimoniale indossato dalle donne di medicina guaritrici della Siberia e della Lapponia era verde e bianco con un cappello rosso a punta, stivali con punta arricciata, guanti di renna, fodera e rifiniture in pelliccia.
Suona familiare?

Considerando che la maggior parte degli sciamani in questa regione erano originariamente donne, è probabile che il loro abbigliamento tradizionale sia la vera fonte del costume di Babbo Natale.

Anche il fatto che le prime sciamane indossassero copricapi con corna e palchi è ben documentato.

La Dea Cervo/Renna era conosciuta in tutto il nord Europa.
Da Il culto del cervo e il culto della dea cervo degli antichi caledoniani di J.G. McKay: “Ci sono un numero immenso di tradizioni, riferimenti, avvisi di costumi e varie questioni minori, che mostrano in modo conclusivo che esistevano precedentemente nelle Highlands scozzesi due culti, probabilmente pre-celtici, un culto del cervo e una dea del cervo. Quest’ultimo culto era amministrato solo da donne…”

Il libro “The Golden Deer of Eurasia” pubblicato dal Metropolitan Museum of Art è una meravigliosa esplorazione visiva del significato sacro del cervo e della renna nelle tradizioni sciamaniche – che “era inteso come essenzialmente femminile” e associato all’albero della vita, alla fertilità , alla nascita, alla maternità e alla rinascita del sole (il tema del solstizio d’inverno!)
In base a queste fonti (e ce ne sono molte altre) sembra abbastanza certo che una volta esistesse un’antica Dea Madre cervo associata al sole al solstizio d’inverno.

Oggi alcune delle nostre immagini natalizie più care presentano “cervi” con le corna. Perché questa immagine ci parla ancora così forte?
Evoca una memoria antica?
Stiamo ricordando la Dea a lungo dimenticata del solstizio d’inverno?


La notte più lunga è stata chiamata “Notte della Madre” poiché è stato durante questo periodo che la Dea ha operato la sua magia per nutrire i semi che giacevano dormienti nell’oscuro grembo della terra in modo che la nuova vita potesse emergere in primavera. È un momento per celebrare l’eterno ciclo di vita, morte e rinascita.

Molti degli elementi associati al Natale hanno le loro origini nel nostro passato di adoratori della Dea: alberi sempreverdi, agrifoglio, vischio, la ghirlanda, l’accensione di candele e sì, anche il nostro Babbo Natale preferito e le sue renne che hanno tutti origine nel culto delle Dee del sole del Nord Europa.

Saule, la dea lituana e lettone della luce e del sole, ha preso il volo nel solstizio d’inverno su una slitta trainata da renne con le corna. Ha viaggiato con l’aiutante del suo fabbro, che ha forgiato una coppa d’oro in cui raccogliere le sue lacrime che poi si sono trasformate in ambra. Durante il suo volo attraverso i cieli ha gettato questi ciottoli di ambra, come piccoli pezzetti di sole e mele, nel mondo degli umani sottostante. Era una dea rotante che usava la sua abilità per far girare i raggi del sole sul mondo.

Saule governava tutte le parti della vita, determinando la nascita, la morte e il benessere e la rigenerazione di tutti. Lei era il sole, che cavalcava ogni giorno con il suo carro attraverso il cielo.

Anche la dea norrena Frigga (Freya) era una dea filatrice. Sedeva al suo arcolaio durante il solstizio d’inverno, tessendo i destini dell’anno a venire. Questa celebrazione si chiamava Yule, dalla parola norrena che significa ruota. Il Natale è spesso chiamato Yule o Yuletide. La ghirlanda natalizia è stata adattata dalla “Ruota del destino” di Frigga, che simboleggia la natura ciclica della vita.

La Dea Slava Rozhanitza, è associata alle renne e al solstizio d’inverno, Dea Cervo raffigurata come una Dea cornuta con corna di renna. L’arte popolare dei ricami rossi e bianchi è stata realizzata da lei per le celebrazioni del solstizio. Nel giorno della sua festa, il 26 dicembre, venivano regalati biscotti a forma di cervo e mangiati come portafortuna.

Le renne sono gli unici membri della famiglia dei cervi le cui femmine hanno le corna e sono più forti e più grandi dei maschi. La renna era un animale sacro per i nostri antichi antenati del Nord Europa. La cerva era vista come la donatrice di luce e vita. Le loro corna erano associate all’albero della vita e spesso venivano raffigurate mentre “portavano il sole”, il datore di vita, nelle loro corna.

Anche se viviamo in un tempo moderno di grande tecnologia che è un’ottima cosa e necessaria, possiamo comunque ricordare un tempo in cui gli umani comprendevano più chiaramente la nostra piccola parte nell’immenso cosmo, il significato dell’esistenza e la necessità di onorare la terra e tutta la sua vita.


Noi possiamo narrare anche le storie antiche, le storie hanno valore, le storie aprono a nuove comprensioni e alla tolleranza, all’integrazione di tradizioni differenti, mettendole accanto a quello in cui crediamo oggi.

Anche le Donne in passato sono state onorate e venerate come divinità sagge e portatrici di luce e amore.

Se vogliamo cambiare la cultura nei confronti delle donne, anche le storie antiche devono essere rinarrate.

Nel giorno più corto dell’anno, nel giorno in cui il buio è più intenso, la luce TRIONFA!


BUON SOLSTIZIO A TUTTI, BUON NATALE, BUONE FESTE!

Mary B. Kelly “Goddess Embroideries Of Eastern Europe

Miranda Green “Symbol and Image in Celtic Religious Art “

Esther Jacobson The Deer Goddess of Ancient Siberia: A Study in the Ecology of Belief (Studio in the History of Religions)

Fare l’Amore con sé stesse, l’Autoerotismo

L’Autoerotismo (masturbazione) è il modo migliore per scoprire cosa ti eccita, le parti del tuo corpo che sono più sensibili, le zone che invece non desideri toccare. La maggior parte di noi donne impara molto poco sui propri genitali durante l’infanzia e quasi a tutte vengono insegnati messaggi negativi sul piacere e sull’aspetto del nostro corpo, veniamo “sgridate” quando ci tocchiamo o sfreghiamo i genitali, ad esempio, sulla fascia che divide le gambe sul passeggino o sul seggiolone.

Molte donne sperimentano l’orgasmo quando la loro clitoride viene stimolata manualmente, altre hanno bisogno di inserire uno o più dita in vagina per poter toccare il punto CUV (Clitoride – Uretra – Vagina) quella zona più o meno estesa che si trova sulla parte superiore della vagina. È importante tenere presente che non esiste un modo “sbagliato” di toccarsi perché ognuna di noi è diversa e devi sapere che bastano alcuni millimetri di differenza anatomia tra una donna e l’altra per cambiare il modo in cui si raggiunge il piacere. Di seguito ti scrivo alcuni consigli su come le donne possono accarezzarsi, toccarsi, per provare il massimo piacere con o senza l’uso di sex toy.

AUTOESPLORAZIONE

Prepara la tua mente e il tuo corpo per un autoerotismo (masturbazione) che sia soddisfacente.

RILASSATI

Fai un bagno rilassante o bevi un bicchiere di vino, una tisana, quello che ti piace di più. Cerca di creare un contesto favorevole nel quale non sei disturbata e ti senti “al sicuro”, spegni il telefono, chiudendo la porta e se hai dei bambini, cerca il momento in cui sono fuori casa o a giocare dai vicini, dai nonni….. Se ti fa sentire ancora più sicura, chiudi a chiave la porta della camera o dell’ingresso. Trova una posizione comoda, in cui il tuo corpo si può rilassare. Per molte donne è la posizione supina, con la pancia in sù, sdraiate sulla schiena, magari appoggiando i piedi sul letto o sul pavimento, sul divano (dipende dove ti sei sdraiata), prova ad allargare le gambe (se non vuoi piegarle appoggiando i piedi puoi semplicemente allargarle e lasciare diritte) Togli più indumenti possibile, sempre cercato di “sentire” quanti ne puoi togliere senza sentirti a disagio. Essere in una condizione di confort, è fondamentale. Puoi iniziare ad esplorarti con curiosità oppure puoi usare l’immaginario erotico. Pensa a qualcosa o qualcuno che ti eccita, o qualche scena che hai visto e che ti ha accesa, puoi leggere un libro erotico o guardare un SOFT PORN FOR WOMEN su internet, puoi trovare molte opzioni differenti. Lascia che la tua mente vaghi verso le immagini che appaiono, va tutto bene.

Poi inizia ad esplorare OGNI SINGOLA parte del tuo corpo. Fai scivolare le mani sulle diverse parti del corpo, fermati sulle parti del corpo che senti più sensibili, che ti attivano, che ti eccitano.

PER MOLTE DONNE È PIÙ CONFORTEVOLE UTILIZZARE DELL’OLIO DI MANDORLA, UN LUBRIFICANTE OPPURE SE NON HAI NULLA IN CASA, L’OLIO DI OLIVA VA BENISSIMO.

Ammira i tuoi genitali allo specchio (questo è particolarmente importante se non li conosci) e accarezza le diverse parti per determinare quali sensazioni sono più desiderabili, ricorda che in passato la VULVA era considerata sacra, era la porta per uscire in questo mondo. Un portale magico.

Cerca la clitoride, esplora la vulva, le labbra interne ed esterne e tutta la muscolatura che contiene anche l’ano. La zona intorno all’ano è molto importante da rilassare.

Tocca la vagina (il canale che unisce VULVA all’UTERO) Inizia ad accarezzarti. Puoi usare tutta la mano oppure uno o due dita, inizia ad accarezzare le diverse parti della tua vulva con movimenti ritmici, prestando particolare attenzione al clitoride e alle labbra. Prova diversi livelli di pressione, velocità e direzioni di movimento. Puoi provare a posizionare un dito su ciascun lato del clitoride e accarezzarlo su e giù, oppure puoi mettere due dita sul cappuccio del clitoride e strofinare con movimenti circolari, oppure utilizzare il palmo della mano, tutte queste tecniche sono efficaci, devi solo capire cosa ti piace di più, ricorda che siamo tutte differenti.

SPERIMENTA

Sperimenta diversi tipi di tocco: carezze, solletico, tamburellare, pizzicare o tirare molto delicatamente i genitali. Puoi usare un solo dito, più dita, il palmo della mano o anche le nocche.

AUMENTA LA TUA ECCITAZIONE

Sviluppare la capacità di mantenere l’eccitazione sessuale aumentando prima la stimolazione e poi interrompendola o diminuendola temporaneamente. Esplora come il tuo corpo reagisce e risponde ai diversi tipi di stimolazione. Ti aiuterà a capire come funziona la tua eccitazione, quando devi accelerare il ritmo oppure rallentare per mantenere l’eccitazione.

RESPIRA, UNA BUONA RESPIRAZIONE È FONDAMENTALE

Invece di trattenere il respiro, prova a respirare profondamente, cercando di lasciare la bocca un pò aperta, questo aiuta l’energia sessuale a fluire e scorrere, la libera. Puoi anche provare a muovere il bacino il bacino come faresti durante un rapporto sessuale. Puoi anche provare a contrarre e rilassare i muscoli pelvici, ma ricorda bene questo QUANDO ESPIRI CHIUDI IL PERINEO, QUANDO INSPIRI LO RILASSI (rilasci la muscolatura).

Puoi anche utilizzare un sex toy, ti consiglio qualcosa di piccolo e delicato per iniziare questa esplorazione.

Prova a percepire il piacere che sorge come un onda, accompagnala, cavalcala. Diventa consapevole del piacere dove sorge come si espande, puoi anche evocare una fantasia particolarmente eccitante. Con una mano puoi accarezzarti o pizzicare il capezzoli. Puoi anche provare a inserire le altre dita o un vibratore nella vagina.

CONTINUA A CAVALVARE L’ONDA Lascia che si sviluppi e cresca. Se diminuisce non c’è problema. Puoi rallentare il tocco, aumentarlo, fermarti un attimo e ricominciare. Il tuo primo orgasmo potrebbe sembrare una breve esplosione, ma man mano che acquisisci esperienza, sarai in grado di provare una più ampia varietà di sensazioni e anche sentire che ogni orgasmo è diverso, alcuni si sentono più verso la clitoride, altri fluiscono in direzione dell’ano altri ancora sono più vasti e sembra che ” prendano tutto il corpo”. L’autoerotismo necessità di pratica di esperienza. Se all’inizio non ci riesci, non scoraggiarti, anche questo è normale per molte donne. Semplicemente riprova, come un’esploratrice che non rinuncia se alla prima esplorazione non trova niente.

CONOSCENZA – RILASSAMENTO – COMPETENZA – PAZIENZA – AMORE PER IL PROPRIO CORPO, questi alcuni ingredienti di un buon AUTOEROSTISMO.

Se non riesci a raggiungere l’orgasmo nonostante una buona pratica, puoi sempre prenotare una consulenza sessuale. Alcune volte possono essere i tabù ben radicati in noi che non ci permettono di raggiungere l’orgasmo, altre volte delle brutte esperienze durante l’infanzia o durante un rapporto con il partner.

TUTTE LE DONNE POSSONO RAGGIUNGERE L’ORGASMO. TUTTE!!!

Per una consulenza sessuale contattami: Dott.ssa Isabella Bodino (consulente sessuale clinica – associata FISS Federazione Italiana Sessuologia Scientifica | rieducative pavimento pelvico)e molto altro, puoi trovare il mio curriculum nel sito.

Info@mirya.it CELL: 334 3854922

SOLSTIZIO D’ESTATE: Riaccenditi di vita!

Il solstizio d’estate è il giorno dell’anno in cui il sole colpisce con i suoi raggi perpendicolarmente il Tropico del Cancro, regalando il maggior numero di ore di luce nell’emisfero boreale. Si verifica sempre tra il 20 giugno e il 22 giugno. 

In passato, il solstizio d’estate era celebrato come l’inizio della stagione più generosa: un momento propizio per riposarsi e rigenerarsi, ricco di abbondanza e bellezza.

Anche tu che per tutta la primavera hai piantato semi, avviato progetti e intrapreso nuovi inizi, con il sole d’estate che illumina il tuo mondo puoi fermarti a osservare come stanno crescendo questi semi o iniziare a cogliere i loro frutti.

Da sempre molte leggende e ritualità circondano questa data. Nell’antichità, il solstizio d’estate veniva concepito come il matrimonio del Sole e della Luna. Presso gli antichi Greci e Romani, questo giorno era così importante che anche gli schiavi potevano partecipare alle feste solstiziali, rispettivamente ai Kronia e alla festa di Fors Fortuna. Il solstizio d’estate si intreccia poi con i riti popolari e la simbologia della festa di San Giovanni Battista, che si celebra il 24 giugno: in diverse parti d’Italia e d’Europa, si accendevano fuochi per tenere lontani demoni e malattie. 

Anche noi oggi possiamo riscoprire la magia di questo giorno così onorato in antichità. Possiamo provare a sentire tutto l’amore, la luce e il piacere dell’esistenza su questa Terra. 

La natura passa dal verde rinfrescante della primavera ai cieli azzurri e senza nuvole dell’estate. Possiamo compiere anche noi una rivoluzione dall’interno, sentire una scintilla che accende la nostra anima. Nel giorno più lungo dell’anno, possiamo immaginare il sole riempire il nostro essere di potenza e vitalità.

L’estate vola in un batter d’occhio e, quando il solstizio è finito, una parte significativa della stagione è già trascorsa.

È un monito che ci ricorda che c’è troppo poco tempo per ossessionarsi con dettagli insignificanti, lotte infruttuose o situazioni stressanti. Mentre è il momento ideale per abbracciare pienamente tutto ciò che amiamo della vita, a partire dal goderci davvero il momento presente. 

Proprio come facevano i nostri antichi antenati, anche noi possiamo creare un rituale per commemorare il significato del solstizio d’estate e sfruttare al massimo la potenza di questo giorno. 

Prova anche tu!

Tutto ciò di cui avrai bisogno è una candela e la volontà di guardarti dentro e riaccenderti di vitalità. Il momento migliore per realizzare il rituale è al sorgere del sole la mattina del solstizio d’estate. Se però non riesci ad alzarti dal letto a  così presto, a qualsiasi ora del giorno andrà bene.

Quando ti svegli, esci o guarda fuori dalla finestra. Accendi la tua candela e ammira l’alba. Apprezza il modo in cui la luce del sole che sorge dipinge il cielo notturno di sfumature arancioni e rosa. Lascia che l’aria mattutina riempia i tuoi polmoni. Pensa a tutto ciò di cui sei grato nel mondo, alle persone che ami, alle tue passioni, a ciò che hai costruito o che stai costruendo, a ciò che ti rende davvero felice. Resta nella gratitudine. Quando senti che questo rituale è giunto al termine, metti la candela in un luogo sicuro e lasciala bruciare fino in fondo.

LE 4 FASI DEL  CICLO MESTRUALE E IL LEGAME CON LA LUNA 

Il ciclo (sinodico) della luna  è di circa 29 gg 12 ore e 44 min, suddiviso  in quarti.

Le sue fasi sono queste:

luna crescente ( luna nuova = luna nera  )   – 1° quarto ( gobba a ponente – sx )  – luna piena ( luna bianca ) – ultimo quarto  ( gobba a levante – dx  ) 

SI È VISTO CHE MAGGIOR PARTE DELLE DONNE INTERAGISCE CON IL CICLO LUNARE IN UNO DI QUESTI DUE MODI : 

MESTRUAZIONI  IN FASE DI LUNA PIENA  oppure MESTRUAZIONI  IN FASE DI LUNA NUOVA, ma avere la mestruazione anche nelle altre due fasi è normale. 

LE 4 FASI DEL CICLO DA UN PUNTO DI VISTA PSICOLOGICO ED ENERGETICO

PREOVULAZIONE: La vergine  

Energie dinamiche, radianti. Sicura, socievole, capace di affrontare i problemi della vita, appartiene solo a se stessa, determinazione, ambizione, concentrazione, sessualità, freschezza, divertimento, gioia, entusiasmo. È il periodo perfetto per iniziare nuovi progetti . 

OVULAZIONE  La Madre 

Energie presenti ma con una frequenza differente dalla precedente.  Diminuisce l’egocentrismo per prepararsi alla maternità. Propri  desideri e priorità perdono importanza, si dirige verso i desideri del prossimo . Irradia amore e armonia. Si assume responsabilità, crea qualcosa di costruttivo , può  mantenere e coltivare i propri progetti e le idee in corso. Può  attirare la gente come una calamita che chiederà aiuto e sostegno. 

POST OVULAZIONE  ciclo dell’ incantatrice. Sorgono quando è avvenuta l’ ovulazione ma non c’è stata fecondazione.  Si comincia a sperimentare il lato interiore, coscienza dei misteri della natura, e della magia personale e dell’ effetto che può avere sugli uomini, sessualità potente.  Grande forza creativa  se le energie vengono rilasciate liberamente . Più  ci si avvicinaal la successiva fase , più è  possibile vivere un calo di concentrazione e diventare sempre più intollerante verso il mondo quotidiano. Aumentano invece la capacità di sognare, l’ intuito, l’ ispirazione. 

MESTRUO:  ciclo della strega. Approfondimento del ciclo precedente. Aumenta la coscienza interiore , le energie sono rivolte all’ interno, senza ricerca dell’ espressione esteriore. Sogni, visioni estatiche. Si sente parte della natura e riconosce intuitivamente i suoi disegni. Introspezione per isolarsi dal mondo, per dormire e sognare e rallentare il ritmo di vita. Periodo  per cercare risposte ai problemi, per imparare ad accettare il passato e le incertezze del futuro.  Contatto con energie e istinti primordiali. Sessualità in fiore come la luna piena che accresce la sua spiritualità. 

NON CI SONO DIVISIONI NETTE FRA UNA FASE E L’ ALTRA , OCCORRE VEDERE CON LO SGUARDO DELLA DUALITA’ ( CONTEMPORANEAMENTE LUCE E BUIO), DELLA TRASFORMAZIONE ARMONIOSA, DEL PASSAGGIO GRADUALE  DA UNO STATO ALL’ ALTRO.  

Il concetto dell’ esistenza del seme della luce nel buio e il seme della luce nel buio viene ben rappresentato nel simbolo orientale del tao . energie yin e yang che si trasformano gradualmente l’una nell’altra.

OGNI DONNA PUO’ SCOPRIRE CHE IL SUO CICLO PUO’ ESSERE ULTERIROMENTE DIVISO IN FASI, IDENTIFICANDO OGNI PASSAGGIO ASCOLTANDOSI E CAPENDOSI E DANDO A OGNI FASE UN SIGNIFICATO PERSONALE . 

COSI’ E’ POSSIBILE ACCETTARE E RISVEGLIARE LA PROPRIA NATURA.

IL CICLO MESTRUALE E LA MESTRUAZIONE

La società moderna considera ancora il ciclo mestruale come un evento passivo, ineluttabile, proponendo farmaci per eliminare i disturbi. 

Nello stesso tempo  l’ argomento mestruazioni, ancora oggi,  viene il più possibile ignorato e nascosto.  Alcune volte  è vissuto come un impiccio, un fastidio, una “sfortuna” , che brutto essere femmine con questo problema del ciclo!! ( quante volte ho sentito questa frase dalle miei giovani Mirye).

Alle donne viene insegnato che devono sopportare i disagi senza farla tanto grossa e attirare l’ attenzione, perché’ questo fa parte dell’ essere donna.  Oppure all’opposto si fa di tutto per non sentire nulla e quindi, ci si imbottisce di antidolorifici.  anche le ragazzine più giovani purtroppo vengono supportate dalle mamme in questo comportamento.  

La conseguenza nell’ uno e nell’ altro caso è che le donne spesso nascondono le loro difficoltà per paura di essere considerate deboli e piagnucolone.

Questa mancanza di comunicazione  e di attenzione sociale  ( famiglia, lavoro, scuola, sport, amicizie ,  ecc), relega il ciclo mestruale  nell’ ambito di un evento da rimuovere , nascondere, e di cui, in fondo in fondo vergognarsi un po’. 

il ciclo mestruale è invece un evento dinamico , che se liberato da condizionamenti e incomprensioni sociali,  luoghi comuni, atteggiamenti denigratori, può essere, anzi e’  un evento importante , nella vita della donna , ( a partire dal menarca)  che deve avere tutte le considerazioni  che gli spettano.  

Entra ampiamente in gioco nella crescita fisica, emozionale, psicologica , intellettuale e spirituale  della donna e di conseguenza si ripercuote  sulla società e nell’ ambiente di vita. 

È importante prendere coscienza del proprio ciclo, delle trasformazioni  e dell’energie ad esso legate.

Ogni donna sperimenta il ciclo in maniera diversa, a seconda del suo carattere, del suo vissuto, della sua educazione , delle sue esperienze. 

Conoscere  sia gli aspetti  biologici e fisiologici di cosa accade nel corpo, che gli aspetti  emotivi/ psicologici/ comportamentali, sia le  implicazioni sociali/culturali/tradizioni/miti, permette di comprendere, accettare, valorizzare tutti gli aspetti legati al ciclo mestruale. 

Ogni mese una donna può approfondire la conoscenza  di se’, facendo attenzione a tutti i cambiamenti che avvengono e accogliendoli.

Il ciclo mestruale per secoli è stato un tabù ( repulsione, sporcizia, peccato, inferiorità’ femminile, colpa), ma ancora oggi è percepito come uno svantaggio biologico  ( emotività, irrazionalità, inaffidabilità, fragilità, ecc) dalle stesse donne . 

Se la maggior parte delle donne prenderà consapevolezza del ciclo mestruale, imparerà ad utilizzarlo come una risorsa un vantaggio biologico e non uno svantaggio…..

ALLORA IL MONDO POTRÀ NUOVAMENTE ESSERE UN LUOGO DI UGUAGLIANZA

E RISPETTO TRA I GENERI

Isabella Bodino

SAN VALENTINO – LUPERCALIA

Ogni anno, il 14 febbraio, il mondo celebra San Valentino. Milioni di persone inviano messaggi e doni d’amore alle persone più importanti della loro vita.

Tutti pensiamo che abbia le sue radici nella fede cristiana, con il giorno dedicato a San Valentino, un sacerdote che visse durante il terzo secolo d.C. 

Tuttavia, molti storici ritengono che il giorno abbia avuto origine dalla festa pagana romana della fertilità chiamata Lupercalia, un evento pieno di sacrifici, accoppiamento casuale e fustigazione delle donne come rito di fertillità….; non proprio il romantico giorno del cioccolato e delle rose che celebriamo oggi.

Lupercalia era una delle feste principali del calendario romano e veniva commemorata ogni anno il 15 febbraio. 

Si teneva in onore degli dei Fauno e Lupercus, gli dei dell’agricoltura e della fertilità. Onorava anche i mitologici fondatori di Roma, Romolo e Remo.

Al mattino i sacerdoti di Lupercus, noti come Luperci, si radunarono presso la grotta Lupercale, il luogo in cui si dice che Romolo e Remo fossero stati accuditi da bambini da una lupa. 

La grotta si trovava ai piedi del colle Palatino, il luogo in cui si credeva che i fratelli avessero fondato Roma.

In una rappresentazione della fertilità e poiché Luperco era un Dio dei pastori, nella grotta venivano sacrificate due capre maschi. 

Il sangue prelevato dal coltello sacrificale veniva poi spalmato sulla fronte di due Luperci nudi. Il coltello veniva pulito con un pezzo di lana imbevuto di latte. 

Gli storici pensano che questo rituale sia il motivo per cui il giorno di San Valentino è associato ai colori rosso e bianco; il rosso rappresenta il sangue del sacrificio mentre il bianco rappresenta il latte sulla lana che pulisce il coltello, a significare nuova vita.

Il banchetto seguiva questo rituale e dopo che gli stomaci erano pieni i Luperci tagliavano strisce dalle capre sacrificate chiamate “cinghie” e le immergevano nel sangue sacrificale. 

I Luperci correvano quindi nudi per le strade di Roma e frustavano qualsiasi donna a distanza ravvicinata. Molti accoglievano con favore le frustate, spesso rivelando la pelle nuda per le cinghie da colpire. I romani credevano che le cinghie avrebbero: reso più fertili le donne senza figli, benedetto con un parto facile le donne incinte.

Un’altra usanza durante i Lupercalia era l’accoppiamento di giovani ragazzi e ragazze romani. Ad un certo punto durante il festival, i nomi delle ragazze venivano scritti su pezzi di carta e fatti scivolare in un barattolo. Ogni giovane allora tirava fuori dal barattolo il nome di una ragazza; la coppia sarebbe stata insieme per tutta la durata dei Lupercalia. 

Alla fine del V secolo d.C., papa Gelasio I eliminò la celebrazione pagana dei Lupercalia e dichiarò invece il 14 febbraio un giorno per celebrare il martirio di San Valentino, anche se è altamente improbabile che intendesse il giorno per commemorare l’amore e la passione. 

Festa dei Lupercali. Olio su tela, 1635. Madrid, Museo del Prado.

VAGINA E LUBRIFICAZIONE VAGINALE

La vagina è un canale interno/un condotto che nella parte superiore è in contatto con il collo dell’utero e in basso si apre in esterno nel vestibolo della vulva. (guarda il disegno a fianco).

E’ il canale in cui entra il pene, ed è la strada che il feto percorre quando è ora di nascere. 

Un canale straordinario! 

La vagina pur essendo composta anche da uno strato muscolare liscio e fibre elastiche, non è un muscolo e non si può contrarre. Sono invece i muscoli del perineo che la circondano che hanno la capacita di contrarsi e rilassarsi. 

La sua elasticità le permette di adattarsi: di dilatarsi e allungarsi, soprattutto se la donna è in una fase di eccitazione. 

La vagina in condizioni normali è bagnata da un liquido che è come un sottile film che la tiene umida.

Durante l’eccitazione sessuale c’è un afflusso di sangue maggiore che arriva alla vagina, questo fa si che il liquido aumenti e questa quantità non riesce più ad essere assorbita, ed ecco che abbiamo quello che è definito  un “trasudato vaginale” che semplificando è come un liquido che scorre abbondante sulle pareti della vagina ed ha la funzione di lubrificarla.

SE MANCA LA LUBRIFICAZIONE NON SEMPRE SIGNIFICA CHE LA DONNA NON SIA ECCITATA.

Può essere eccitata ma avere una insufficiente lubrificazione, anche questo può essere normale. 

In questo caso si possono usare dei lubrificanti NATURALI.

GHIANDOLE DI BARTOLINO E DI SKENE

Le ghiandole di Bartolino sono posizionate ai lati dell’orifizio vaginale (l’entrata della vagina) e producono una secrezione mucosa, in passato si pensava che queste ghiandole fossero le sole responsabili della lubrificazione vaginale, ma poi gli studi di Master & Jonhnson hanno evidenziato come questa lubrificazione in realtà avvenisse già a rapporto iniziato, dopo la penetrazione e l quantità di questo muco non era sufficiente da solo a garantire una adeguata lubrificazione per la penetrazione.

Ma anche queste ghiandole danno un contributo alla lubrificazione! 

Le ghiandole di Skene sono posizionate vicino al meato urinario (dove esce la pipì) e si pensa che siano le responsabili, in alcune donne, dell’emissione di fluidi durante l’eccitazione sessuale e in particolare durante l’orgasmo, fenomeno noto anche come eiaculazione femminile o squirting. 

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